22 mag 19 - Eugenio Cipriani - La percezione del paesaggio montano dal Rinascimento al turismo di massa e presentazione della guida “I 50 sentieri più belli delle Dolomiti”

Il 22 maggio, alle ore 21, presso la sede del CAI, Eugenio Cipriani terrà una conferenza sull’evoluzione della fruizione del paesaggio montano nel corso dei secoli, dal Rinascimento ad oggi, e presenterà la guida “I 50 sentieri più belli delle Dolomiti”.


Alpinismo, escursionismo e turismo montano rappresentano le fasi finali di un lungo processo che ha visto modificarsi nel corso dei secoli la sensibilità estetica dell'occidente nei confronti del paesaggio alpino.
L’autore illustrerà le principali fasi che hanno visto il paesaggio alpino, ed in particolar modo quello dolomitico, passare da semplice sfondo di raffigurazioni mitologiche e religiose a luogo deputato alla ricerca artistica del pittoresco e del sublime. Un cammino sulle tracce dell'arte, quindi, ma anche un cammino sulle tracce dello sviluppo della società. Le vette e le pareti rocciose viste come simboli del pericolo e dell'inaccessibilità diventano, a partire dal periodo a cavallo fra Sette ed Ottocento una sorta di immenso “parco-giochi” per una nuova categoria di esploratori: gli alpinisti e gli escursionisti. Una categoria che ha schiuso le porte alla conoscenza, all'esplorazione ed allo sfruttamento turistico della montagna ma che ha pure scoperchiato un vaso di Pandora dei cui mali stanno facendo le spese sia l'ambiente naturale delle montagne sia l'identità culturale di chi ci vive.
Nella seconda parte verrà presentata al pubblico la guida “I 50 sentieri più belli delle Dolomiti”, realizzata dallo stesso Eugenio Cipriani per la Iter Edizioni di Roma e della quale verranno letti dall’autore ed illustrati attraverso immagini alcuni brani particolarmente significati del libro che descrivono zone fra le più interessanti delle Dolomiti.
Nato a Verona nel 1959, laureato in lettere e giornalista, Eugenio Cipriani è stato per oltre un decennio redattore della rubrica “Nuove Ascensioni” della Rivista del Club Alpino Italiano ed ha collaborato con diverse riviste di montagna. Scalatore attivo da circa quaranta anni ha ricevuto nel 1984 il premio alpinistico “G. Biasin” per la sua attività di ricerca ed esplorazione alpinistica sulle Dolomiti e sulle montagne veronesi. Ha tracciato sino ad oggi sulle Alpi orientali, dal bacino dell’Oglio a quello del Tagliamento sino ai Balcani, circa 700 nuovi itinerari di arrampicata, la maggior parte dei quali in zone poco conosciute o inesplorate.

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